La costruzione del pojat - Dimostrazione di Giobbe Deon, Marziai BL, agosto 1980

 L'evento è riportato nella cronaca di Feltre del Gazzettino 


Trascrizione

Illustrata ai giovani da un ex carbonaio di Marziai

La vera didattica teorico-pratica sul modo di produrre carbone dolce

 

(T.G.) – «Nonno ci hai parlato molte volte della tua vita di carbonaio e del modo con cui producevi il carbone. Perché una volta almeno non ripeti il tuo lavoro davanti ai nostri occhi?».

E così, Giobbe Deon, 71 anni, di Marziai di Vas, una persona che non riesce mai a dire no allorché gli si chiede un piacere ed in particolare ai suoi nipoti, si è messo al lavoro nei pressi della propria abitazione affinché anche altri giovani potessero osservare come si praticava un’attività che un tempo impegnava molti lavoratori ed ora è pressoché sconosciuta.

Su uno spiazzo quasi perfettamente orizzontale «non deve avere oltre l’uno per cento di pendenza» – ha subito precisato – chiamato «era», dopo aver asportato ogni residuo di terra e sassi, ha iniziato a costruire dapprima un «cancello–camino» centrale, in cui ha posto una croce e un ramoscello di olivo.

Dal basso ha iniziato ad accatastare  pezzi di tronchi di faggio e di carpino nero «roro» («non si deve mettere assolutamente carpino bianco», ha precisato) via via sempre più lunghi fino a quando ha realizzato un perfetto cono di legna.  Ultimato il «poiat» lo ha coperto di terra in precedenza setacciata. «Ai nostri tempi, nei boschi, adoperavamo terra già usata in altri «poiat» e rigenerata, perché quella fresca può essere soggetta a fessure, a trasformarsi in fango con la pioggia. I quintali di legna che ho preparato non devono temere ciò, ha detto.

Quindi dopo aver scavato alcuni fori intorno alla base del cono, accuratamente coperto di frasche poste a protezione del vento e da altri tronchi sistemati a sostegno delle frasche, ha avvertito che si poteva procedere a dare il via al fuoco («purché non fosse martedì»).

Avviato il fuoco per la combustione, Giobbe Deon ha iniziato a parlare con nostalgia dell’attività che egli ha praticato per un ampio arco della sua vita e che vedeva circa i due terzi della popolazione di Marziai occupata in questo duro lavoro. «Ho iniziato a fare il carbonaio con mio padre Riccardo quando avevo tredici anni. Ho prodotto carbone dolce per molti anni in Jugoslavia, in Austria e nell’Abruzzo. Di solito si partiva in marzo, dopo aver festeggiato il nostro patrono san Alessandro [1]. Affidavamo i bambini alle mogli, a parenti o a persone di fiducia e si lasciava la famiglia fino al ritorno dell’inverno. Vita dura, molto dura, quella, ma serena e assai più sana moralmente di quella attuale. Eravamo tutti uniti, tutti amici, allora. Ci aiutavamo e ci volevamo veramente bene».

Alternando momenti in cui rievocava gioiosi ricordi ad altri in cui trasparivano eventi meno lieti, ha continuato a parlarci della sua attività nei boschi ed a fornirci moltissimi particolari tecnici.

Ha fatto il punto sul malinconico tramonto del carbone dolce, messo alle corde da altre forze energetiche più pratiche e più economiche.

«Ma che non ci sia un ritorno anche a questa attività?». ha concluso sardonicamente. Forse vede già lontano.

Gazzettino di BL, cronaca di Feltre, 27 agosto 1980



[1] Evidentemente nel frattempo la ricorrenza ha cambiato data, perché oggi la festa di Sant’Alessandro, patrono dei carbonai, viene celebrata l’11 agosto.


* * *


Alcune foto (scattate nell'occasione) che la figlia Gabriella mi ha permesso di riprodurre.


Preparazione del pojat dimostrativo, Marziai BL, agosto 1980: 

Giobbe Deon taglia la legna di faggio con una roncola.


La roncola del carbonaio Giobbe Deon

e la sua somiglianza con quella rappresentata

nella TAV 58 dell’ Encyclopédie di Diderot e D'Alembert.

(Dall’edizione online -1765 - del CNR - Consultabile e scaricabile)


Completamento del pojat, Giobbe Deon, Marziai, agosto1980: 

copertura con fogliame della terra di rivestimento.

Giobbe Deon sorveglia il pojat in combustione.

Giobbe Deon col nipotino Manolo (Vergerio) e il pojat in combustione.

Due piccoli carbonai...

Una ricostruzione - sempre di Giobbe Deon - del castelot, di fatto il camino del pojat.

Sezione di una carbonaia ricostruita presso il “Conservatorio Varietale dell'Ulivo” 

di Valette du Var, Provenza. Da notare la presenza al centro 

di quello che a Marziai è chiamato il castelot.



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